In questo intervento, ci si propone di focalizzare l’attenzione sul concetto di schema nella sua ampia accezione di gesto (di danza) ma anche di lettera dell’alfabeto. Dopo una breve sintesi dell’influenza che il termine greco ha avuto nella formulazione della concezione cristiana del gesto coreutico nella Tarda Antichità, se ne prenderanno in considerazione le connessioni con l’utilizzo che se ne fa in seno alla riforma grafica carolingia. Alcuino di York utilizza gli schemata come metro di perfetti significanti grafici, e nella Grammatica li definisce come gli ornamenti dell’eloquenza e l’habitus con cui vestire le espressioni (PL CI, col. 858). Questi schemata non andranno intesi in senso meramente astratto ma concretamente gestuale. Di un gesto, quindi, che produce anche la scrittura. È importante ricordare come Alcuino intendesse questi insegnamenti per produrre la Scrittura per eccellenza, ovvero il testo biblico. E proprio il testo biblico fornisce i presupposti per l’inserimento del concetto di schema, tradotto da Girolamo/Alcuino con habitus, all’interno della più antica cristologia, in quanto con schema/habitus si indicherà la natura umana in cui Dio si incarna (Fil. 2, 7). È importante sottolineare come nello spettro semantico familiare ad Alcuino, il concetto di ornamentum non sia da intendersi come mera decorazione, ma nel senso profondo e teologico di agalma, cioè glorioso, onorifico ed efficace, che individua nei segni materiali e gestuali definiti come ornamenta i ponti verso l’invisibile. È in questa sfera semantica e concettuale che andrà collocata l’importanza attribuita alla scrittura in seno alla riforma grafica di età carolingia.
Segui gli aggiornamenti sul ciclo di seminari in questa pagina web o contatta gli organizzatori se vuoi partecipare mattia.cartolano@unibo.it o roberta.napoletano3@unibo.it