Annafelicia Zuffrano
Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica - Università di Bologna
Scrivere in latino e scrivere in volgare a Bologna alla fine del Duecento
Tra i giacimenti più corposi dell’Archivio di Stato di Bologna si può senza alcun dubbio annoverare la serie degli Estimi della città, la quale conserva migliaia di dichiarazioni scritte dei beni di proprietà dei cittadini bolognesi redatte nel corso di 12 rilevazioni effettuate tra il 1245 e il 1398. Gli studi finora pubblicati hanno evidenziato l’importanza e la ricchezza di questi documenti da vari punti di vista: economico-istituzionale; politico; demografico; sociologico.
Uno studio dei primi anni Duemila, tra la documentazione superstite relativa al periodo 1296-1330, redatta per la maggior parte in lingua latina, ha rilevato la presenza di un centinaio di estimi in volgare. Tale scoperta ha dato il via a studi di carattere prevalentemente diplomatistico e linguistico.
Di grande interesse è anche il dato grafico attestato da queste carte, tuttora poco indagato ma necessario per verificare analogie e difformità rispetto alle forme scrittorie latine dello stesso periodo. L’osservazione sistematica delle caratteristiche estrinseche tipiche di questa documentazione può essere di grande importanza, infatti, per tentare di rispondere a molti dei quesiti ancora insoluti posti da queste fonti, come ad esempio: l’utilizzo o meno di un canone grafico peculiare per la scrittura in volgare o – più nello specifico – la possibilità di ricostruire, a partire da questa differenziazione linguistica e in sinergia con altri fattori di varia natura, l’identikit degli autori materiali delle varie dichiarazioni.
Il seminario mira, pertanto, ad esporre i primi risultati emersi dall’analisi grafica di un piccolo gruppo fra gli estimi in volgare attualmente noti e risalente agli anni 1296-’97. Tali documenti
rappresentano le prime attestazioni del volgare all’interno degli Estimi della città. Il corpus, che si presenta ricco ed eterogeneo sia dal punto di vista grafico sia formale, sarà sottoposto ad un esame comparativo con i coevi estimi latini e, in una prospettiva più ampia, con altre fonti a carattere pratico in volgare dello stesso periodo. Ciò consentirà di fare ipotesi riguardo agli scrittori del volgare a Bologna in questo periodo e sui risvolti socioculturali connessi a questo aspetto.
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