Tracing Regional Italian Roots in the Speech of Italian-Australians

L’obiettivo generale del progetto è di esaminare i principi di base dell’apprendimento, della trasmissione e del mutamento linguistici, determinati dal contatto interlinguistico in parlanti bilingui o plurilingui di diverse generazioni a confronto.

Più in particolare, il progetto si propone di determinare lo status linguistico (persistenza, erosione graduale o perdita) del dialetto d’origine in due comunità di italo-australiani di prima e seconda generazione, emigrati in Australia dal Veneto e dalla Calabria da adulti o nella prima infanzia, e residenti oggi nell’area della Greater Sydney. Gli italo-australiani costituiscono una comunità trilingue, piuttosto che bilingue: il dialetto come L1 coesiste con l’italiano regionale come L2, usualmente appreso a scuola in Italia, e l’inglese come L3, appreso a partire dal loro arrivo nel paese ospite. La possibilità di esaminare tale condizione di trilinguismo in due generazioni offre una prospettiva ideale per valutare teorie, oggi in competizione, sulla  acquisizione del linguaggio in adulti vs. bambini,  sui processi di variazione e mutamento linguistico e sulla competenza linguistica dei bilingui. Il progetto integra tre linee di ricerca  e prospettive teoriche, tradizionalmente separate e riguardanti: i processi di percezione e di produzione nell’acquisizione linguistica di L2; la natura e i limiti della variazione in varietà non standard (chiamate dialetti) compresenti in un determinato territorio; lo studio, in parlanti definibili come bilingui o plurilingui, della competenza linguistica di lingue native vs. lingue apprese tardivamente rispetto ad L1. Al progetto (Tracing Regional Italian Roots in the Speech of Italian-Australians) finanziato nell’ambito di  un “Partnership grant” della Western Sydney University (WSU), lavora da tre anni un gruppo di ricerca internazionale che ha creato un ampio corpus, costituito di 84 ore di registrazioni multi-linguistiche di 42 italo-australiani provenienti da Veneto e Calabria, e ha elaborato il disegno sperimentale, i metodi e le analisi fonetiche e acustiche. Al progetto, partecipano il nostro Dipartimento, il CNR di Padova (Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione) e la FILEF (Federazione Italiana Lavoratori Immigrati e Famiglie, di Sydney).


Responsabili scientifici: Principle Investigator: Prof. Catherine Best (Chair in Psycholinguistic Research, MARCS Institute, University of Western Sydney, Sydney, Australia);

Partner Investigators: Prof. Bruno di Biase: (FILEF, Sydney Branch: Federazione Italiana Lavoratori Emigrati e Famiglie); Dott.ssa Cinzia Avesani (Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione, CNR, sezione di Fonetica e Dialettologia, Padova); Prof. Mario Vayra (Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica, Università di Bologna).