LE RADICI DELLA SCRITTURA - Scritture scartate, supporti riutilizzati

Settimo appuntamento

  • Data: 21 giugno 2022 dalle 13:00 alle 14:00

  • Luogo: Piattaforma Teams

Roberta Napoletano


Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica - Università di Bologna

Fenomenologia del frammento manoscritto e del suo reimpiego

La mentalità del reimpiego di materiali antichi ha profonde e remote origini ed ha interessato ogni frangente della cultura e produzione umana. Il fenomeno del riuso ha, infatti, toccato interi spazi geografici, materiali lapidei, iscrizioni epigrafiche, strutture architettoniche e singoli manufatti artistici, fino ad arrivare a riusi di codici e documenti medioevali e persino a riusi linguistici e testuali.


In ambito delle testimonianze manoscritte di epoca medievale e moderna, il comun denominatore alla base del loro scarto è certamente l’obsolescenza di alcune caratteristiche estrinseche o intrinseche che essi veicolavano, e tra queste vanno annoverate i cambiamenti degli usi grafici avvenuti in seno alla scrittura latina.


Il presente seminario mira ad indagare le cause che sottostavano all’abbandono di codici e documenti manoscritti in relazione ai cambiamenti scrittori, considerando però anche le pratiche di riuso alle quali spesso erano soggette. Infatti, il riuso — che comunemente si può sviluppare secondo un principio di continuità funzionale dell’oggetto, attraverso la creazione di palinsesti, oppure mediante una rifunzionalizzazione dello stesso (come la produzione di elementi di cartoleria, quali carte di guardia, coperte e rinforzi a partire da manoscritti non più utili etc.) —, sebbene sia un fattore determinante per la frammentazione e dispersione di testi e supporti, ha permesso che moltissime testimonianze, oramai considerate obsolete, giungessero fino a noi.


Si proporrà una lettura del fenomeno dello scarto e del reimpiego, sia portando esempi noti, come la vicenda del disperso codex Laudensis, ma soprattutto tramite l’analisi del corpus di frammenti di riuso rinvenuti presso l’Archivio Generale Arcivescovile di Bologna.